mercoledì 29 aprile 2015

LA DISCESA DEL DRAGOMANNO

Il modulo di discesa, con un lieve sussulto, lascia la Nave Trasporti Lontani 56 posizionata in orbita intorno al pianeta. Traiettoria verticale, un abbraccio alla attrazione gravitazionale.

Una breve frazione di tempo e il modulo raggiunge gli strati esterni dei gas atmosferici; calore e surriscaldamento. Il piccolo veicolo cosmico bianco opaco si colora di arancione fiamma.

Sempre di più verso la superficie; nel cuore dell'atmosfera. Attivazione retrorazzo chimico di frenata.

Una lama di fuoco giallo è sovrastata da una capsula spaziale che si raffredda rapidamente e annerisce con infinite sfumature oscure.

Il suolo è avvolto dalla nebbia e le molecole di vapore acqueo diffondono i raggi del sole facendoli impallidire. Il modulo di discesa scava un nitido pozzo cilindrico nella densa umidità.

Contatto con la superficie; arresto retrorazzo di frenata; silenzio. L'unico occupante dell'abitacolo di ridotte dimensioni, un dragomanno di antica stirpe, apre il doppio portello e lentamente esce dal modulo.

Osserva la sottile pellicola di ghiaccio quasi trasparente che avvolge strutture e vegetazione spoglia. Freddo.

Il suolo sotto il modulo di discesa è una crosta solidificata, dal contorno irregolare, generata dal calore del propulsore. Oltre il perimetro parte del terreno è diventato fango; le elevate temperature hanno portato l'acqua di nuovo allo stato liquido.

L'orizzonte mostra il profilo sfumato di impianti industriali. Nella vicinanze un veicolo fermo e tre persone accanto; immobili. La delegazione di accoglienza.

Il dragomanno drappeggia sulle sue spalle un mantello verde decorato da arcaici simboli rossi che rappresentano la posizione sociale della sua casata.

Appesa alla cintura porta una sacca grigia dall'aspetto liscio e impermeabile dove, con un movimento solenne, inserisce una mano; la estrae, e dopo avere alzato il braccio, sparge nell'aria immobile polvere d'oro.

Un antico e tradizionale gesto di preghiera; indispensabile per chiedere l'assistenza degli déi e favorire la mediazione commerciale.

Egli rappresenta le genti di un intero sistema stellare plurimondo dove le pietre trasparenti, in questa remota ellisse dell'universo chiamate diamanti, sono numerose all'inverosimile.

Il pianeta che ha raggiunto dispone di interessanti quantitativi di pietra del calore; gli abitanti la definiscono carbone.

Se lo sguardo degli déi lo illumina forse tra poco concluderà la più grande mediazione che la storia millenaria della sua stirpe ricordi.