Tra
le pareti di roccia, che delimitano i locali del forte risalente
all'ottocento, vibrano le note di “parlami d'amore Marilù...”;
sono accompagnate da un delizioso profumo di sugo all'amatriciana
preparato con il guanciale, come vuole la tradizione.
Cristina,
prima di entrare tra gli ausiliari della Guardia Nazionale, era
commessa in una gastronomia; è una ottima cuoca e si occuperà lei
del benessere dei nostri stomaci.
Oggi
ha deciso di preparare i bucatini all'amatriciana.
La
colonna sonora d'epoca arriva dal lettore CD di Lanfranco, il nostro
autista. Ex autotrasportatore e motorista, appassionato di musica
vintage; guida il “Lince” assegnato alla nostra squadra e cura
amorevolmente l'efficienza del veicolo.
Ho
deciso di raccogliere le mie esperienze in un diario. Inizia il
nostro servizio di osservazione di 4 settimane e scrivo le prime
parole. Con la matita sulle pagine di un quaderno; un sistema
semplice che non teme difficoltà in questi tempi complicati e
imprevedibili.
Il
sole è splendido in questa giornata di fine estate. Le alpi offrono
temperatura e paesaggio gradevoli e la parte del vecchio forte
adattata a posto di avvistamento è abbastanza accogliente, vista la
situazione. Sembra una vacanza; ma non è così.
Dobbiamo
controllare a vista, binocolo ottico nelle ore di luce e visori a
infrarossi dopo il tramonto, un settore del territorio francese; se
all'orizzonte abbiamo anche solo il sospetto della presenza
dell'ombra di un non morto provvederemo a una immediata comunicazione
al comando d'area.
Io
sono Leone, prima studente universitario e aspirante ingegnere
elettronico; ora ausiliario specialista in radiocomunicazioni della
Guardia Nazionale.
In
questo momento si occupa del binocolo Irina, silenziosa e
concentrata. Proviene dall'Ucraina e faceva la badante. Curava
amorevolmente un anziano signore; poi lui si è trasformato e la ha
aggredita. Per salvarsi la vita ha dovuto difendersi; lo ha fatto a
pezzi con un grosso coltello da cucina.
Una
esperienza tremenda che purtroppo molti sono stati costretti a
vivere.
Siamo
arrivati poco dopo l'alba. Il comandante del gruppo, Ciro, controlla
con molta attenzione armi e equipaggiamenti. Ha i gradi di tenente,
proviene da quello che erano le forze armate.
Ha
partecipato a diverse missioni internazionali. Un autentico militare
di professione; calmo e preparato trasmette a tutti sicurezza; era
effettivo al corpo degli alpini, per lui siamo nel suo ambiente
naturale.
Gli
eventi sono stati tanti e rapidi. Non ho quasi avuto il tempo di
metabolizzarli completamente; tutto è cambiato. Sono all'interno di
questa vecchia fortificazione con persone che probabilmente non avrei
mai conosciuto e devo dedicarmi a compiti che senza la presenza
dell'infezione non sarebbero mai esistiti.
Sicuramente
la maledizione degli zombie ha ricordato all'umanità che dobbiamo
avere reciprocamente cura. Assisterci vicendevolmente; in caso di
morte aiutiamo i deceduti a rimanere in quello stato. Fortunantamente
noi, la nostra squadra, abbiamo fatto amicizia subito.
Un
legame profondo che garantisce a ciascuno di noi che, se morirà una
prima volta, gli altri lo aiuteranno a morire per sempre.
In
questo momento di calma tento di riassumerli, forse questo mi aiuterà
a comprendere meglio quello che nessuno avrebbe mai immaginato di
vivere.
2
Novembre di qualche anno passato. Un ordigno esplode in uno dei
cimiteri monumentali di Parigi; un atto terroristico spettacolare,
morti, feriti. Cadaveri freschi a pezzi mischiati con quelli
stagionati lanciati nelle immagini dei telegiornali e diffusi in
rete.
Una
bomba sporca; le autorità lo comprendono immediatamente. Esplosivo a
alto potenziale miscelato con sabbia inquinata con residui
biologici; uno scenaro da guerra batteriologica.
Intervengono
NATO e Unione Europea. Sviluppano una operazione di decontaminazione
di persone e strutture e in tempi brevi la Francia torna alla
normalità.
L'attentato
è rivendicato con attendibilità da 3 organizzazioni terroristiche
internazionali con orientamenti ideologici opposti e contrastanti. In
scia una miriade di segnalazioni prive di fondamento o, in molti
casi, opera di mitomani.
I
responsabili non sono mai stati individuati, forse a questo punto non
ha più importanza.
Rimangono
orrore e le solite polemiche politiche; le autorità garantiscono,
dopo accurate verifiche, che tutto è in ordine. Alcuni mesi dopo
filtrano notizie, regolarmente smentite, di cadaveri che hanno
ripreso vita; morti viventi aggrediscono personale medico e
famigliari.
In
un blog si racconta di un impresario di pompe funebri sbranato
dall'oggetto delle sue attenzioni.
Si
tratta dei primi casi relativamente isolati. Autorità e governi
riescono a tenerli nascosti.
La
situazione inizia a degenerare in tutto il pianeta; anche le forme di
vita animali sono colpite con le stesse manifestazioni delle persone.
La
vita è una e la morte è doppia. Una prima naturale e momentanea e
poi quella definitiva se qualche altra persona ha la prontezza di
sparare, fare a pezzi o incendiare il caro estinto.
Gli
scienziati riescono a isolare un virus sconosciuto potente,
indistruttibile e ormai diffuso in tutto il pianeta. La realtà è
gelidamente atroce. Le particelle di sabbia luride ricadute a parigi
dopo l'attentato hanno legato con batteri emersi da decenni, o secoli
di sepolture, e silenziosamente il morbo incurabile dei non morti è
scivolato tra noi.
Virus
sconosciuto, impossibile da individuare durante le operazioni di
bonifica messe in atto dopo l'attentato terroristico e come se non
bastasse resistente a qualsiasi terapia conosciuta.
Mentre
vertici militari, capi di stato e scienziati si insultano ferocemente
scambiandosi accuse reciproche riguardanti la mancata individuazione
immediata dell'infezione la situazione degenera.
Parigi,
città cosmopolita e visitata da persone in arrivo e partenza per
tutto il mondo è il punto di partenza ideale per l'infezione. La
situazione degenera in tutto il pianeta. Fine di ogni genere di
sistema organizzato. In Italia, come in altre nazioni, la situazione
è relativamente sotto controllo anche se la popolazione è messa a
dura prova non solo materialmente ma anche psicologicamente. Il
significato della parola “etica” ha avuto parecchi cambiamenti.
In
un modo globalizzato crollato tutti subiamo le conseguenze di carenze
di ogni genere; scarsità di materie prime, reti di comunicazione
traballanti, difficolltà nell'approvigionamento di farmaci e derrate
alimentari.
In
questo scenario maledetto arriva se non una soluzione almeno un aiuto
concreto.
La
ricerca e le attività spaziali, ormai troppo onerose per le finanze
pubbliche sempre in passivo di tutti i governi, sono affidate
completamente a aziende private.
Le
maggiori società aerospaziali costituiscono una conglomerata.
Spacenetwork.
Operano
in orbita terrestre e sulla Luna. Ambiscono alla conquista di Marte;
dispongono di 3 grandi stazioni spaziali orbitali geostazionarie e di
una enorme base mineraria lunare.
Circa
10.000 persone sono nello spazio alle loro dipendenze affiancate da
robot e attrezzature produttive.
Per
i trasporti e collegamenti Spacenetwork ha organizzato una imponente
flotta di Twinshuttle; navette spaziali di ultima generazione
equipaggiate con propulsori a doppia azione.
Volano
in atmosfera come aerei e si muovono nello spazio come astronavi.
Voci non confermate affermano che siano state utilizzate dalle
persone ai vertici di società finanziarie e industriali per trovare
rifugio sulla luna.
Al
riparo tra le stelle Spacenetwork ha convertito i robot industriali
in androidi specializzati nel contrasto degli zombie. Sono
antropomorfi, costruiti in titanio. Sagome quasi umane opache e
equipaggiate di sensori per discriminare i viventi dai non morti;
inarrestabili grazie all'energia delle celle a combustibile.
Dissolvono
gli zombie con i lanciafiamme al plasma incorporati. Sviluppano
temperature altissime in grado di annientare anche i possibili resti
dell'innominabile virus.
Sbarcano
dagli Twinshuttle. Creano e presidiano aree sicure, dove la vita può
riprendere.
La
gente li chiama “angeli guardiani”.
Tutto
questo però avviene a delle condizioni.
Per
inviare gli angelici robot la Spacenetwork esige che i governi, o
quello che più si avvicina a una rappresentanza istituzionale,
ratifichino il documento di adesione al “Consiglio del benessere
mondiale”.
Questo
prevede l'immediata cessione alla Spacenetwork della sovranità
nazionale e la perdita per i cittadini di ogni forma di diritto
civile, politico e della libertà personale e di espressione.
Il
programma ha avuto molte adesioni, ma esistono nazioni e popoli che
per evitare di cedere il corpo agli zombie non sono disponibili a
regalare l'anima a una conglomerata.
Gli
italiani non ne hanno voluto sapere. Quando il governo francese ha
accettato in Corsica è esplosa la ribellione; ai corsi si sono unite
le truppe della Legione straniera e ora l'isola è uno stato
indipendente.
Italia,
Corsica, Germania, Regno Unito, Slovenia, Croazia, Austria, Egitto,
Israele e Turchia costituiscono l'Alleanza delle Nazioni. Le basi
dell'accordo sono semplici: aiuto reciproco e fraterno nel contrasto
dei non morti e fermezza granitica nel respingere la proposta del
“Consiglio del benessere mondiale”.
Vienna
è stata liberata dalla presenza di un orda zombie dalle forze
dell'Alleanza con una durissima battaglia. Le forze armate egiziane,
turche e israeliane riescono a tenere libere le coste del nord africa
e di parte del medio oriente assicurando un minimo di forniture di
gas naturale e petrolio.
I
trasporti sono affidati a dirigibili senza equipaggio; ricoperti di
celle fotovoltaiche, equipaggiati con batterie a lunga carica e
spinti da motori elettrici assicurano gli spostamenti dei materiali e
la ricognizione.
Lenti
e silenziosi seguono la rotta grazie a quello che è rimasto
funzionante dei sistemi GPS; se si trovano in area priva di copertura
subentrano le piattaforme inerziali e i giroscopi associate a CPU
dedicate.
Dalle
profondità dell'america del sud e dell'africa arrivano notizie
frammentarie; raccontano di un contagio esponenziale, incontenibile.
Noi siamo concentrati, attenti.
Gli
“angeli guardiani” liberano province, in alcuni casi intere
regioni, e impediscono il ritorno degli zombie. Questi ultimi si
aggregano in una massa che vaga nei territori indifesi e si
ingrandisce progressivamente; in europa orientale i rapporti dei
comandi militari riferiscono di legioni di non morti distrutte con
bombe al fosforo.
Campi
e strade asfaltati con migliaia di resti organici carbonizzati sono
diventate un nauseabondo tappeto per altri zombie che avanzavano
verso postazioni che avevano esaurito ogni possibile munizione.
Lo
scontro è stato risolto con le baionette e le pale nelle mani di
persone alle quali è rimasta solo la certezza di livelli sempre più
profondi di mostruosità; una battaglia atroce dove le persone amiche
aggredite e intaccate dai non morti improvvisamente si trasformavano
in un nemico da abbattere.
Una
debole luce di speranza è stata accesa nel Regno Unito. Laboratori e
strutture organizzate per ideare e produrre agenti batteriologici per
la guerra biologica sono stati convertiti in una organizzazione di
ricerca per comprendere la fisiologia degli zombie e sintetizzare un
antidoto.
Lentamente
progrediscono nella loro missione. Dobbiamo resistere e forse il
tempo, e gli scienziati, potranno aiutare quello che resta
dell'umanità.
Essere
umani, vivi e non putrefatti ha assunto un nuovo significato. Ogni
sconosciuto è un amico e tutti abbiamo il dovere di collaborare. In
ogni modo; altrimenti le nostre menti si spegneranno e la morte
spirituale potrebbe annullare la forza che aiuta tutti noi a
proseguire in questo difficile cammino.
Forse,
tra qualche anno, riusciremo a contarci; stabiliremo di nuovo con
precisone il numero degli abitanti del pianeta.
Solo
allora comprenderemo quali sono stati gli effetti reali
dell'infezione.
Questo
è l'inizio del mio diario. Con la protezione del Signore spero di
avere la possibilità di aggiungere molte altre pagine; tra poco è
il mio turno al binocolo.
Attendiamo
i non morti oppure, tutti lo pensano e nessuno per ora lo dice, degli
“angeli guardiani” programmati per annientarci; oppure tutte e
due gli elementi insieme.
Vedremo.
In ogni caso i fucili mitragliatori sono accuratamente lubrificati e
pronti con il colpo in canna; siamo preparati a usarli, senza
esitazioni.