Il
motore fuoribordo elaborato e privo di silenziatore lancia un urlo
rumoroso che risuona tra le pareti di cemento della diga mai ultimata
e la sagoma ferrosa di una chiatta abbandonata. La piccola
imbarcazione scivola rapida sulla superficie grigia del mare; il
giovane uomo al comando rallenta, la voce del motore abbassa il tono.
Ormai è vicino alle piattaforme che sostengono il quartiere dove
vive; la profondità è minima, l'acqua salmastra inizia a
miscelarsi con la fanghiglia portata dalle infinite diramazioni della
foce del fiume.
Manca
poco all'alba. Il giovanotto robusto dallo sguardo deciso per
proteggersi dalla umidità della notte indossa abiti pesanti e una
cuffia rossa consumata. Ferma l'imbarcazione e la ormeggia di fronte
alla propria abitazione; in silenzio porta nell'alloggio il materiale
adagiato all'interno della barca.
Un
altra notte di recuperi; si spoglia degli indumenti blu e
rigorosamente scuri. I capelli castani relativamente lunghi
incorniciano un volto rotondo con gli occhi giovani e rughe appena
accennate; i graffi dell'esistenza.
Dopo
una doccia calda Alberico si lascia andare sul letto sempre in
disordine; è quasi l'alba e le ore di attività notturna rendono una
mattinata di sonno un diritto pagato caro.
Lentamente
si addormenta e come al solito, prima del sonno, pensa al mistero del
suo nome. Non ha mai capito perché i genitori lo hanno chiamato
Alberico; impegnativo, forse la speranza di una esistenza importante.
Non
è l'ideale per una persona che invece desidera semplicemente fare i
suoi affari e passare innosservata. Per fortuna chi lo conosce lo
chiama con il soprannome che, grazie al comportamento irrequieto, si
era guadagnato a scuola: monello.
Il
nomignolo è ancora attuale per un uomo che arriva alla fine del mese
grazie ai guadagni ottenuti recuperando e rivendendo materiali di
qualsiaisi genere abbandonati raccolti perlustrando la palude e il
mare. Questa attività non è prevista dalla legislazione ma lungo
le coste sono in molti a praticarla con dedizione e competenza; e con
alcune periodiche contraddizioni con le autorità.
Il
riposo dissolve il confine tra i ricordi e i sogni. A scuola un
insegnante aveva mostrato alla classe frequentata dal monello una
carta geografica stampata prima dell'innalzamento del livello del
mare; la memoria ha trattenuto l'immagine di un mondo quasi alieno,
trasportato da forze cosmiche in un altra dimensione.
Cambiamenti
geologici, mutazioni planetarie. Elementi che hanno catturato
l'esistenza dei suoi nonni e di altri milioni di individui sparsi in
tutto il pianeta.
Con
l'acqua in inesorabile risalita determinata a annegare parte della
terraferma il governo di turno ha varato una serie di misure urgenti
e grandi progetti. Dighe, argini, canali, stazioni di pompaggio,
infrastrutture logistiche.
Una
insalata tecnologica condita da consulenze. Perizie di esperti. Studi
ambientali e legali. La sorgente di un intenso flusso di denaro che
ha attirato le solite imprese con esperienza in appalti pubblici
seguite dai consueti procedimenti giudiziari per corruzione e altri
svariati reati.
Dopo
decenni di lavori mai ultimati, cantieri chiusi per fallimento o
sequestrati dalla magistratura e infine l'esaurimento dei fondi il
mare si è fermato semplicemente perché madre natura ha seguito il
suo corso e evidentemente ha deciso che le acque potevano
stabilizzarsi sommergendo interi centri abitati e trasformando gli
abitanti in profughi.
Dei
grandi progetti ministeriali è rimasta una miriade di inutili rovine
abbandonate distribuite tra terreni fangosi soggetti a inondazioni e
i lembi di un nuovo mare frequentemente ricoperto da formazioni di
alghe tristi, dal colore verde pallido.
I
recuperatori inquadrano subito le tonnellate di attrezzature
abbandonate come una risorsa. Contemporaneamente l'intero sistema
politico doveva trovare disperatamente il modo di sminuire l'impatto
dell'ennesimo fallimento con dissipazione e sperpero di denaro
pubblico accompagnato dalla perdita materiale di territorio
comprensivo di città, aree industriali e terreni agricoli.
Parte
una campagna di convincimento. Messaggi diretti e indiretti; gestione
affidata a sociologi e esperti di marketing. Parola chiave
“adattatevi ai cambiamenti”; il pianeta è mutato ma con
l'ausilio della tecnologia è possibile costruire sicure palafitte
nelle lagune in grado di sostenere insediamenti abitati. Un apposito
decreto legge affida le terre sommerse al demanio che ha la
possibilità di cederne parti ai cittadini a prezzi simbolici.
Un
vero affare, ma nessuno crede nella proposta.
Intanto
il valore finanziario dei terreni che costituisce la rimanenza della
superficie emersa nazionale sale con cifre esponenziali. Coloro che
hanno la possibilità sono disposti a pagare parecchio per essere al
sicuro dal terrore liquido; alcune organizzazioni criminali
intuiscono l'affare e tentano, con le minacce e la violenza, di
costringere i residenti di interi quartieri a cedere le loro
abitazioni a prezzi ridotti e andarsene.
I
cittadini si ribellano, formano comitati di difesa spontanea.
Denunciano senza paura e il tentativo malavitoso apparentemente si
dissolve.
Alcuni
colletti bianchi che condividono interessi con la delinquenza
organizzata decidono di gestire la situazione e cambiano strategia.
Un generoso flusso di denaro occulto si insinua nei portafogli dei
politici eletti nelle amministrazioni locali; seguono dichiarazioni
allarmate.
Nella
recita del rosario di dispiaceri provocato dalla mutate condizioni
geografiche è inserita una drastica riduzione del prodotto interno
lordo; inevitabilmente il governo centrale deve contenere l'entità
delle risorse finanziarie trasferite alle municipalità.
Queste
ultime per garantire i servizi devono purtroppo e dolorosamente
aumentare le imposte, in particolare quelle relative alle abitazioni.
Bastano
un paio d'anni e la grande maggioranza delle persone è costretta a
pagare importi che distruggono i loro redditi. Vendere le abitazioni
e accettare le proposte governative diventa l'unica soluzione; una
massa sradicata e ferita si trasferisce lungo quella che è definita
la “nuova costa”.
Il
nonno del monello ha messo piede sulle palafitte in lega leggera e
polimeri con il passo già appesantito dal principio della vecchiaia
mentre la madre e il padre del monello avevano terminato la gioventù.
Lui
è uno dei primi nati nelle nuove città durante il periodo che
vedeva le pareti decorate dagli annunci funebri; segnalazioni
semplici e concise relative al giorno dei funerali di quelli che
proprio non si adattavano e concludevano la loro esistenza con
suicidi più o meno spettacolari.
-Lucia...Marino...
forza, è ora di pranzo. Venite in casa!- . La voce acuta di Tilde,
la vicina, che chiama i figli si insinua nei padiglioni auricolari
del monello. Significa che sono passate da poco le dodici; i ragazzi,
alla ricerca di una occupazione che non arriva mai, come al solito
hanno esaurito la carica della batteria dei cellulari da polso
spremendola per dedicarsi a chat e giochi e in rete risultano
scollegati.
Tilde
ha fretta; servito il pranzo ai rampolli deve recarsi alle serre
idroponiche, dove lavora, e iniziare il turno di lavoro del
pomeriggio. Alberico dopo la sveglia apre il frigorifero e scarica
nell'esofago il contenuto di alcune scatole anonime contenenti cibo
raggiunte per prime dalle mani; indossa indumenti colorati, esce di
casa con passo veloce.
Deve
vedere una persona, ha recuperato degli articoli molto redditizi, e
la conclusione di un affare vantaggioso è vicina, prima ha
intenzione di passare i suoi vecchi.
Gli
amati genitori, ormai pensionati, sono sempre preoccupati per lui e
quotidianamente appare nella loro dimora per rassicurarli e
verificare che il limitato assegno mensile rilasciato dalla
previdenza sia in grado di soddisfare le loro esigenze.
In
caso contrario, da bravo ragazzo, è sempre pronto a intervenire.
Uscito
tranquillizzato dalla casa che lo ha visto nascere e crescere
riprende, rilassato, il suo percorso. Il vento fresco accarezza
dolcemente la pelle e allontana l'afa opprimente; una splendida
giornata estiva.
Almeno
fino a quando passa accanto alla abitazione della Signora Erminia e
la vede, avanti con gli anni e corpulenta, sudata, piangente
appoggiata alla porta.
-La
contravvenzione...il verbale. Devo pagarlo e mi hanno sigillato il
dispositivo- mormora con il volto sbiancato.- questo mese della
pensione non rimarrà nulla- conclude. Stringe tra le mani tremanti
la copia di una comunicazione con evidenti timbrature rosse e blu. Il
monello la raggiunge di corsa e la abbraccia forte.
Erminia
è vedova e sola. Il suo uomo era dipendente della fonderia di
cadmioceramica; il reparto raffreddamento, completamente
automatizzato, prevedeva la presenza di un solo operatore. Un robot
industriale, progettato in Zaire e costruito in Somalia, programmato
con superficialità lo ha stritolato. Ha continuato a comprimerlo
nella struttura antropomorfa fino all'arrivo del personale del turno
successivo.
Le
era rimasta una figlia radiosa, Linda. Una creatura dolce, prima
amica e poi fidanzata del monello.
Volonterosa
e efficiente, con una specializzazione in nano chimica, trova impiego
in un vicino stabilimento dove si producono nano macchine. La
direzione, per contenere i costi e tenere il passo della concorrenza
Colombiana, decreta la riduzione delle misure di sicurezza.
Alla
fine di quell'anno i manager si dividono un extra bonus. Intanto
Linda è ricoverata in ospedale. Nano molecole residuali sono
penetrate nel suo sistema respiratorio ancorandosi all'interno dei
polmoni infettandoli.
Micosi
sistemica, così recita la diagnosi. L'infezione si diffonde
inarrestabile e Linda non vede la fine dell'inverno.
Da
quel momento monello veglia sull'esistenza di Erminia aiutandola con
discrezione.
Deve
allontanarsi dal mondo nebbioso dei ricordi dove è facile perdersi e
concentrarsi sul presente.
Interrompe
l'abbraccio, respira a fondo. Erminia sembra meno agitata.-Cosa è
successo? Con calma, spiegami- chiede monello.
-Hai
presente la cella a combustibile che avevi installato?-risponde la
donna e continua-sono passate le guardie della Agenzia delle Acque e
hanno contestato l'impiego di un dispositivo illegale con produzione
abusiva di energia e calore. Ora sono obbligata a impiegare l'energia
fornita dalla rete della General. Ho l'obbligo di smantellare il
dispositivo e devo pagare una contravvenzione. Un disastro, alla mia
età.-
Il
monello ha un lampo negli occhi e muove le mani alla velocità del
fulmine. Sfila dalle dita della donna il verbale e con voce suadente
le dice-non preoccuparti. Sistemo tutto. Gli importi di questo
fogliaccio e delle prossime fatture della General li saldo io; tra
qualche giorno mando un amico, uno specialista, e la cella a
combustibile la smonta lui-.
Erminia
non riesce a parlare. Lo ringrazia con lo sguardo bagnato dalle
lacrime.-vado, ho proprio diverse faccende da sbrigare. Cerca di
riposare-. Alberico si allontana.
Non
è la prima volta, e non sarà l'ultima, che accade un evento del
genere.
Nella
miriade di decreti legge dedicati alla “nuova costa” uno in
particolare prevede la liberalizzazione della produzione domestica e
individuale di energia elettrica; una soluzione che permette agli
abitanti validi risparmi economici.
I
recuperatori forniscono celle a combustibile e unità di
cogenerazione usate e revisionate da tecnici loro amici a prezzi
molto bassi ma l'interessamento delle nazioni Unite le ha rese
illegali.
Infatti,
in considerazione della globalità del fenomeno di innalzamento delle
acque, qualsiasi apparecchiatura energetica impiegata nelle aree
costiere deve essere omologata dall'Ufficio Tecnico Ambientale della
Nazioni Unite e installata e gestita da tecnici autorizzati. Le
autorità governative, ossequiose, hanno recepito la direttiva
O.N.U..
I
pochi dispositivi autorizzati sono costosi e la maggioranza della
gente impiega gli articoli in vendita nel mercato parallelo anche se,
regolarmente, avvengono multe e sequestri.
Mentre
entrava in vigore la odiata normativa tecnica i legislatori,
probabilmente intenzionati a ingraziarsi i loro colleghi in ambito
mondiale, hanno pensato di istituire la Agenzia delle Acque dedicata
alla protezione del nuovo ecosistema.
La
doppia A agisce esclusivamente lungo la linea costiera e ha
competenze tecniche, ambientali e anche di pubblica sicurezza; queste
ultime sono esercitate dalle guardie, soggetti che tutta la
popolazione copre sempre di nuovi e fantasiosi insulti.
Un
corpo scelto frazionato tra pochi professionisti dirigenti,
dipendenti part-time e volontari. Le ultime due categorie di
individui chiedono l'ammissione alle “guardie” con la speranza di
avvicinarsi al sistema politico e ricavarne prima o poi grandi
vantaggi personali.
Pattugliano
gli insediamenti avvolti in uniformi verde pisello e ostentano
storditori elettrici, arroganza e ottusità. La loro presenza ha reso
progressivamente inutile la presenza dei droni di sorveglianza;
costano molto meno e hanno capacità intellettive tali che una volta
indottrinati diventano più inesorabili di un software rigido per
intelligenza artificiale.
Tra
un passo e l'altro monello osserva una seconda volta il verbale
stropicciato. Porta le firme di Carlo Maria e Dafne; una coppia di
prepotenti che lo prende di mira da diverso tempo. Forse aspirano a
una accelerazione della carriera e la visita a casa di Erminia è un
attacco trasversale nei suoi confronti.
La
brezza fresca è svanita; l'afa opprimente si manifesta di nuovo.
Metallo, cemento, plastica. Le pietre filosofali dell'architettura
che ha ideato i bassi fabbricati costruiti e radicati sulle palafitte
e le sezioni di dighe; adesso sono una città che inizia a scottare
diffondendo calore.
Con
un fazzoletto bianco e lindo il monello asciuga il sudore della
fronte. Una voce lo apostrofa-sempre quelli come voi e le vostre
azioni scriteriate. Guarda cosa hai combinato alla povera Erminia!-.
Alberico si ferma. Non si era accorto di essere di fronte al Centro
Civico.
Un
uomo è affacciato a una finestra sgangherata. Ha quasi l'aspetto di
una persona che tiene un comizio senza pubblico; prosegue
inarrestabile con le parole.
-Al
posto di unirvi ai Gruppi Sociali e insieme a noi rispettare le
istituzioni e mediare impiegando lo strumento del dialogo fate di
testa vostra. Diventerete tutti delinquenti incivili, anzi già lo
siete. Forse avete ancora la possibilità di ragionare se accettate
la nostra esperienza politica-.
Volto
tirato, pochi capelli unti e vestito grigio d'ordinanza. Figura
esile; Onofrio, segretario della locale sezione dei Gruppi Sociali,
non perde occasione per ricordare la sua esistenza al mondo. I
Gruppi, legati al sistema politico, non hanno mai reso migliore la
vita di nessuno, anche se i loro pochi aderenti si illudono del
contrario e pretendono immeritata considerazione.
Il
piccolo politicante continua a lanciare parole che la calura
scioglie, distorcendole in una filastrocca delirante. Monello non
risponde e tira dritto, ormai non ha più tempo da perdere.
Deve
passare alla casa laboratorio di Armagnac, il tecnico di fiducia. Una
persona interessante; due lauree in ingegneria e una passione
sfrenata per i superalcolici e le attività bizzarre. Nessuno lo
conosce con il suo vero nome ma tutti stimano la professionalità del
grande Armagnac, quando è sobrio.
La
porta della sua residenza è regolarmente aperta; monello entra e
vede disteso sul pavimento un uomo nudo dalla corporatura robusta, il
corpo peloso all'inverosimile e il cranio rasato. Circondato da un
lago di sudore russa rumorosamente e la bocca aperta emette un alito
pestilenziale che ha invaso la stanza.
Le
numerose bottiglie colorate vuote indicano chiaramente che Armagnac è
in un altra dimensione; è necessario attendere che riprenda i sensi
da solo.
Alberico,
frugando nel disordine, trova un pezzo di cartone e con un pennarello
scrive un messaggio. Comunica al tecnico di recarsi a casa di Erminia
per provvedere allo smontaggio della cella a combustibile. Con uno
spezzone di filo elettrico lega l'improvvisato biglietto a un polso
del pluringegnere; un sistema che garantisce la lettura da parte del
destinatario.
Riprende
la sua strada. Tra poco monello è atteso per definire i particolari
di un affare renumerativo grazie a una risorsa che il caso gli ha
messo tra le mani.
Durante
le lunghe navigazioni notturne ha individuato un relitto spinto dalle
correnti a incastrarsi nelle intricate strutture ossidate di una
piattaforma di pompaggio posizionata quasi in mare aperto e mai
ultimata.
Grazie
alle ricerche in rete lo ha identificato come un sommergibile
“tascabile” di ridotte dimensioni impiegato dalla marina degli
Stati Uniti per missioni di infiltrazione e guerra clandestina.
Corroso,
ammaccato, privo di carburante ma sostanzialmente integro.
Probabilmente abbandonato dall'equipaggio durante una operazione
finita malamente e risalente all'epoca che vedeva gli U.S.A . molto
attivi in Europa.
Gli
Stati Uniti non esistono più. Fusi in unica nazione con il Canada,
la Unione degli Stati Nord Americani, hanno abbandonato da decenni il
vecchio continente e rivolto i loro interessi all'Asia e
all'Australia. Monello si è reso conto di avere trovato un vascello
fantasma dimenticato per sempre.
Nessuno
ormai è disposto a rivendicare diritti e proprietà.
Una
notte lo ha avvicinato e abbordato; all'interno la lampada portatile
dalla luce azzurrognola ha illuminato un tesoro. Casse metalliche
anticorrosione e ermetiche riempite con munizioni e fucili
mitragliatori M 16 rimasti in perfetta efficienza.
Armi
datate che in certe situazioni trovano ancora un impiego utile e
gradito con un valore economico, al mercato parallelo, interessante.
Finalmente
monello ha raggiunto il bar Acquarius. All'esterno, accanto a un
tavolino in finto legno scheggiato, è seduta una signora che
sorseggia un thè miscelato a estratto di cocomero.
Indossa
un completo in lino bianco e anche gli accessori sono rigorosamente
dello stesso colore; i capelli lunghi e argentati sono in parte
ricoperti con un largo cappello di paglia.
Alza
una mano in aria, verso il monello e lo chiama-vieni, prendi posto-.
Alberico
la raggiunge, si accoccola sopra uno sgabello. Ha di fronte Doroitje
Visser mercante d'armi o come annuncia il suo biglietto da visita
luccicante “esperta commerciale settore difesa e protezione”.
Origine
olandese, attuale nazionalità sconosciuta. Discendente da una
famiglia di commercianti di formaggi; questo prima delle inondazioni
perenni. L'acqua ha sommerso interamente i Paesi Bassi e una nazione
è diventata un ricordo.
La
popolazione, dispersa in tutto il pianeta, ha intrapreso svariate
attività.
Lady
Visser conta numerosi clienti in Europa del nord. Gli stati dell'
area della scandinavia hanno pagato, come tutti, il tributo di
territorio preteso dai cambiamenti climatici. Le penisole sono
diventate isole e l'economia vive una stagione invernale senza fine.
Prima
le proteste violente e poi la ribellione armata. Le amministrazioni
statali dissolte hanno lasciato il posto a gruppi che si contendono
il controllo del territorio e attaccano, depredandole, le
imbarcazioni di passaggio e le piattaforme di perforazione che nel
mare del nord estraggono metano.
In
mancanza di meglio molti assalti sono stati portati a termine con
grossi coltelli da cucina e attrezzature da macellaio; da quelle
parti gli M 16 ritrovati dal monello valgono parecchio.
I
potenziali acquirenti pagano in lingotti d'oro e preziosi provenienti
dallo svuotamento dei forzieri delle banche centrali; a sua volta zia
Doroitje riempie le tasche di Alberico con rotoli di contanti.
-Ordina
qualche cosa, rilassati e poi organizziamo i nostri affari- gli
dice, con voce suadente la donna.
Monello
prende il sottile foglio di metaplastica che riporta le specialità
servite all' Acquarius; con l'indice sfiora l'immagine del cocktail
alle verdure.
Dopo
qualche minuto un basso carrello cromato si avvicina sibilando. Mosso
da tre ruote, una è leggermente piegata, si ferma tremolante accanto
al monello che estrae la carta di credito per inserirla nella fessura
luminosa incorporata nel cameriere meccanico.
-No,
offro io- lo precede Doroitje-sei un mio ospite- conclude e
rapidamente inserisce la sua carta. Uno sportello cigolante si apre e
un braccio pneumatico con pinza depone un grosso bicchiere sul
tavolino.
Il
carrello ritrae l'arto meccanico unto dal grasso e si richiude.
Allontanandosi verso il bancone lascia una scia maleodorante
originata da qualche parte elettronica surriscaldata.
Sorseggiando
le rispettive bevande, tra i fiori finti di carta cerata, Alberico e
la esperta commerciale definiscono i dettagli delle loro prossime
operazioni.
Ancora
luce. La giornata estiva è lunga e il sole ritarda il tramonto. Dopo
l'incontro al bar Acquarius monello è rientrato a casa; è sulla sua
imbarcazione dove prepara le attrezzature per l'operazione che dovrà
compiere appena il buio della notte sarà completo.
-Scenda
immediatamente dall'imbarcazione!- intima la voce baritonale di Carlo
Maria-dobbiamo ispezionare il natante; e per quello che posso già
vedere lo sequestreremo. Finalmente-.
Dafne
e Carlo Maria lo osservano dall'attracco. Portano entrambi occhiali
da sole cambogiani che rendono i loro volti inespressivi.
-Veda
di scendere o usiamo la forza!- urla Dafne con voce stridula.-Dai,
finitela. Devo lavorare, non ho tempo da perdere- replica monello con
calma e aggiunge-avete già spaventato la povera Erminia, penso che
per oggi abbiate fatto abbastanza-conclude.
L'uniforme
di Dafne è attraversata da un grosso cordone rosso brillante.
Significa che è la capo pattuglia. Muove la bocca e quasi sibilando
avverte-o scendi o mando Carlo Maria a trascinarti-; intanto le due
guardie sfilano dai cinturoni, con gesti lenti e minacciosi, gli
storditori elettrici grigi e gialli.
L'anima
delle persone cambia. A volte in pochi istanti diventano per sempre
irriconoscibili; semplicemente l'esistenza precedente scompare
ingoiata dall'evoluzione.
Lo
spirito di un uomo arrabbiato allontana bruscamente l'alone del bravo
ragazzo irradiato dal monello.
Appoggiati
al fondo della barca poltriscono stropicciati dei teli cerati verdi.
Alberico li solleva e scopre un M 16; il primo recuperato.
Istintivamente tenuto da parte per ogni possibile eventualità. On
line ha appreso la teoria dell'impiego; in acqua nelle notti senza
luna, al riparo da sguardi indiscreti, esercitazioni pratiche.
Monello
imbraccia rapidamente l'arma e esplode un colpo. Il rumore della
detonazione è seguito a brevissima distanza dall'apparizione di una
nuvoletta di polvere fine e grigia; si tratta del nuovo stato di una
lampada led di segnalazione disintegrata dal proiettile.
Prive
di parole e respiro, sorprese, le guardie sembrano immobili statue di
cera. Un balzo e qualche passo; monello salta sul piano della
palafitta e raggiunge Carlo Maria che vive una nuova sensazione. La
pressione della parte terminale della canna di un fucile infilata in
una narice.
-No...
pensa a... no... calmo...- balbetta la guardia; intanto lo storditore
scivola da una mano e cade al suolo.
L'eco
del rumore dello sparo ha attirato diverse persone; il gruppo
continua a ingrossarsi, ormai è una folla.
Bianca
in volto Dafne, stridula, inizia a urlare-dovete rispettarci,
maledizione... fate qualche cosa-. La capo pattuglia vede una figura
conosciuta, sempre più isterica chiama-Mario, muoviti! Vedi di dare
una mano!-
Avvolto
in un giubbetto smanicato in tela gialla Mario lentamente si
avvicina. Alto, robusto e buono la sua mente soffre di parziali
disabilità; l'amministrazione comunale lo impiega in attività
socialmente utili e mentre svolge i suoi compiti abitualmente le
guardie lo deridono.
Fissa
Dafne. Il ragazzone ha lo sguardo interrogativo. Poi, con voce
profonda, parla-tu maltratti Mario. Offendi la gente; sei cattiva.
Lasciami in pace-.
Alla
fine della frase più lunga pronunciata in tutta la sua esistenza
Mario sferra un violento calcio alle parti intime della donna.
Dolore.
La guardia crolla; ripiegata su sé stessa è accolta dalla patina di
sudiciume che ricopre la piattaforma. Non riesce neanche a
lamentarsi, gorgoglia e sbava.
Il
disabile raccoglie lo storditore caduto a Carlo Maria; lo avvicina al
collo di Dafne e lo aziona per un tempo eterno.
Improvvisamente
la massa avanza. Monello è travolto, isolato, lasciato indietro.
Un
nugolo umano si avventa sulle guardie che perdono i piccoli
auricolari grigi per le comunicazioni.
Urla.
Insulti. Bestemmie, pugni e calci. I rivoli di sangue provenienti dai
corpi dei rappresentanti della Agenzia della Acque disegnano forme
astratte sulla pavimentazione della piattaforma.
Sconvolto
monello torna alla sua barca; la giornata ha preso una piega
imprevista.
Si
tiene pronto a prendere il largo e non lascia mai il fucile.
Nel
mondo del presente, dopo il solito viaggio alcolico quotidiano, è
tornato Armagnac. Indossa un completo canottiera pantaloni rosso e
lurido accompagnato da mocassini neri lucidati a specchio; nella
confusione generale è diventato il capo di una banda di ragazzini e
anche Mario si è aggregato al gruppo vociante.
Assaltano
l'hovercraft del servizio di trasporto pubblico minacciando e
cacciando i passeggeri. Una volta a bordo Armagnac inibisce i
controlli automatici remoti e inizia a pilotarlo personalmente
compiendo manovre spericolate.
Il
giubbetto giallo di Mario, legato a un manico di scopa, è issato sul
punto più alto del veicolo a cuscino d'aria; è la bandiera di una
nazione sconosciuta che scatena le sue forze verso la terraferma.
I
mari, nella loro inesorabile risalita, hanno annientato le spiagge
balneabili; l'industria turistica, per non collassare, ha chiesto e
finanziato l'aiuto degli ingegneri.
In
tempi brevi è stata elaborata una soluzione.
Distese
di sabbia sintetica circondano enormi piscine multiple climatizzate.
Proiettori e ripetitori olografici creano uno splendido cielo
azzurro; un utile sfondo che occulta alla vista dei presenti la
galassia di dighe, piattaforme e palafitte.
Droni
sempre in volo rilasciano essenze profumate e piogge casuali di
petali.
Corpo
atletico e abbronzato marchiato da barba e capelli curatissimi;
questa è l'immagine di Clelio, animatore professionista, mentre
intrattiene i frequentatori dell'esclusivo “Dolce lido”.
Non
crede ai suoi occhi quando vede un hovercraft battente bandiera
gialla perforare il cielo artificiale. Un ripetitore è investito; la
visione celeste scompare e l'orizzonte svela le strutture della nuova
costa tra i mormorii scandalizzati dei presenti.
Il
veicolo a cuscino d'aria procede inarrestabile e punta decisamente il
bungalow dove si trova il bar; lungo la perfetta linea retta della
sua traiettoria travolge inesorabile persone e oggetti.
Dopo
avere abbattuto una parete del bungalow si arresta; gli occupanti
sbarcano.
Un
uomo in rosso saccheggia le bottiglie di superalcolici;
simultaneamente una squadra di ragazzini, aiutata da un forzuto,
preleva il frigorifero dei gelati.
-Periferici
infami, siete impazziti? Cosa credete di fare?- urlando maledizioni e
insulti Clelio corre come un forsennato e raggiunge il gruppo di
predoni. Tenta di fermarli.
Spintona,
afferra, schiaffeggia. Una ragazzina minuta, guance lentigginose e
corti capelli corvini, nota posata sul bancone una lama per rompere
il ghiaccio; la afferra, con eleganza si inchina e la conficca nel
dorso di un piede dell'animatore.
Sgolandosi
per il dolore Clelio si allontana zoppicando. Il sangue cola e
impasta la sabbia; il sensore di un quadricottero lo individua e
dall'alto o insegue ricoprendolo di petali di rose bianche.
Contemporaneamente
lungo la costa una fiumana di rivoltosi scatena incendi, saccheggia,
aggredisce e distrugge seguendo ancestrali istinti vandalici. Decenni
di repressione e odio; una miscela esplosiva innescata dalle azioni
del monello.
Al
tramonto le energie degli assalitori sono esaurite e si ritirano
negli agglomerati urbani aggrappati alla nuova costa.
Assetati
di sangue, affamati di morte. Moltitudine inconsapevole che in una
frazione infinitesima di tempo ha compreso il reale stato d'animo e
lo ha manifestato cambiando per sempre il corso degli eventi.
Luci
fredde bianche e intense illuminano la notte sulle palafitte; monello
esce di casa per iniziare le sue consuete attività. Non ha nessuna
intenzione di rinunciare a dei buoni affari.
Improvvisamente
incrocia Onofrio-giovanotto-inizia il politico-avete combinato un
disastro. Fortunatamente i Gruppi Sociali sono pronti a gestire
questa fase conflittuale dove deve convergere il vostro consenso...-.
Continua
a parlare con insistenza impiegando termini dal significato arcano e
comprensibile, forse, solo agli iniziati aderenti ai livelli infimi
della politica. Ha fretta Alberico e abbraccia il fucile con
passione, come una fidanzata.
Punta
l'arma e una delle sue mani sfiora il grilletto accuratamente
lubrificato. Dalla piccola bocca da fuoco esce una fila di tre
proiettili a frammentazione; distanza ravvicinata.
Il
torace di Onofrio zampilla sangue e proietta frammenti di parti
anatomiche. L'uomo, con un cratere nel petto, per qualche secondo
rimane in piedi; poi cade sulla schiena immobile per sempre.
Assomiglia
al frammento di un fumetto; una piccola parte isolata e
incomprensibile che solo la morte può comprendere.
La
persona che ha aperto il fuoco si allontana con calma.
Prima
dell'alba ha parecchie incombenze da sbrigare Alberico, il bandito.