mercoledì 19 aprile 2017

MONELLO

Il motore fuoribordo elaborato e privo di silenziatore lancia un urlo rumoroso che risuona tra le pareti di cemento della diga mai ultimata e la sagoma ferrosa di una chiatta abbandonata. La piccola imbarcazione scivola rapida sulla superficie grigia del mare; il giovane uomo al comando rallenta, la voce del motore abbassa il tono. Ormai è vicino alle piattaforme che sostengono il quartiere dove vive; la profondità è minima, l'acqua salmastra inizia a miscelarsi con la fanghiglia portata dalle infinite diramazioni della foce del fiume.
Manca poco all'alba. Il giovanotto robusto dallo sguardo deciso per proteggersi dalla umidità della notte indossa abiti pesanti e una cuffia rossa consumata. Ferma l'imbarcazione e la ormeggia di fronte alla propria abitazione; in silenzio porta nell'alloggio il materiale adagiato all'interno della barca.
Un altra notte di recuperi; si spoglia degli indumenti blu e rigorosamente scuri. I capelli castani relativamente lunghi incorniciano un volto rotondo con gli occhi giovani e rughe appena accennate; i graffi dell'esistenza.
Dopo una doccia calda Alberico si lascia andare sul letto sempre in disordine; è quasi l'alba e le ore di attività notturna rendono una mattinata di sonno un diritto pagato caro.
Lentamente si addormenta e come al solito, prima del sonno, pensa al mistero del suo nome. Non ha mai capito perché i genitori lo hanno chiamato Alberico; impegnativo, forse la speranza di una esistenza importante.
Non è l'ideale per una persona che invece desidera semplicemente fare i suoi affari e passare innosservata. Per fortuna chi lo conosce lo chiama con il soprannome che, grazie al comportamento irrequieto, si era guadagnato a scuola: monello.
Il nomignolo è ancora attuale per un uomo che arriva alla fine del mese grazie ai guadagni ottenuti recuperando e rivendendo materiali di qualsiaisi genere abbandonati raccolti perlustrando la palude e il mare. Questa attività non è prevista dalla legislazione ma lungo le coste sono in molti a praticarla con dedizione e competenza; e con alcune periodiche contraddizioni con le autorità.
Il riposo dissolve il confine tra i ricordi e i sogni. A scuola un insegnante aveva mostrato alla classe frequentata dal monello una carta geografica stampata prima dell'innalzamento del livello del mare; la memoria ha trattenuto l'immagine di un mondo quasi alieno, trasportato da forze cosmiche in un altra dimensione.
Cambiamenti geologici, mutazioni planetarie. Elementi che hanno catturato l'esistenza dei suoi nonni e di altri milioni di individui sparsi in tutto il pianeta.
Con l'acqua in inesorabile risalita determinata a annegare parte della terraferma il governo di turno ha varato una serie di misure urgenti e grandi progetti. Dighe, argini, canali, stazioni di pompaggio, infrastrutture logistiche.
Una insalata tecnologica condita da consulenze. Perizie di esperti. Studi ambientali e legali. La sorgente di un intenso flusso di denaro che ha attirato le solite imprese con esperienza in appalti pubblici seguite dai consueti procedimenti giudiziari per corruzione e altri svariati reati.
Dopo decenni di lavori mai ultimati, cantieri chiusi per fallimento o sequestrati dalla magistratura e infine l'esaurimento dei fondi il mare si è fermato semplicemente perché madre natura ha seguito il suo corso e evidentemente ha deciso che le acque potevano stabilizzarsi sommergendo interi centri abitati e trasformando gli abitanti in profughi.
Dei grandi progetti ministeriali è rimasta una miriade di inutili rovine abbandonate distribuite tra terreni fangosi soggetti a inondazioni e i lembi di un nuovo mare frequentemente ricoperto da formazioni di alghe tristi, dal colore verde pallido.
I recuperatori inquadrano subito le tonnellate di attrezzature abbandonate come una risorsa. Contemporaneamente l'intero sistema politico doveva trovare disperatamente il modo di sminuire l'impatto dell'ennesimo fallimento con dissipazione e sperpero di denaro pubblico accompagnato dalla perdita materiale di territorio comprensivo di città, aree industriali e terreni agricoli.
Parte una campagna di convincimento. Messaggi diretti e indiretti; gestione affidata a sociologi e esperti di marketing. Parola chiave “adattatevi ai cambiamenti”; il pianeta è mutato ma con l'ausilio della tecnologia è possibile costruire sicure palafitte nelle lagune in grado di sostenere insediamenti abitati. Un apposito decreto legge affida le terre sommerse al demanio che ha la possibilità di cederne parti ai cittadini a prezzi simbolici.
Un vero affare, ma nessuno crede nella proposta.
Intanto il valore finanziario dei terreni che costituisce la rimanenza della superficie emersa nazionale sale con cifre esponenziali. Coloro che hanno la possibilità sono disposti a pagare parecchio per essere al sicuro dal terrore liquido; alcune organizzazioni criminali intuiscono l'affare e tentano, con le minacce e la violenza, di costringere i residenti di interi quartieri a cedere le loro abitazioni a prezzi ridotti e andarsene.
I cittadini si ribellano, formano comitati di difesa spontanea. Denunciano senza paura e il tentativo malavitoso apparentemente si dissolve.
Alcuni colletti bianchi che condividono interessi con la delinquenza organizzata decidono di gestire la situazione e cambiano strategia. Un generoso flusso di denaro occulto si insinua nei portafogli dei politici eletti nelle amministrazioni locali; seguono dichiarazioni allarmate.
Nella recita del rosario di dispiaceri provocato dalla mutate condizioni geografiche è inserita una drastica riduzione del prodotto interno lordo; inevitabilmente il governo centrale deve contenere l'entità delle risorse finanziarie trasferite alle municipalità.
Queste ultime per garantire i servizi devono purtroppo e dolorosamente aumentare le imposte, in particolare quelle relative alle abitazioni.
Bastano un paio d'anni e la grande maggioranza delle persone è costretta a pagare importi che distruggono i loro redditi. Vendere le abitazioni e accettare le proposte governative diventa l'unica soluzione; una massa sradicata e ferita si trasferisce lungo quella che è definita la “nuova costa”.
Il nonno del monello ha messo piede sulle palafitte in lega leggera e polimeri con il passo già appesantito dal principio della vecchiaia mentre la madre e il padre del monello avevano terminato la gioventù.
Lui è uno dei primi nati nelle nuove città durante il periodo che vedeva le pareti decorate dagli annunci funebri; segnalazioni semplici e concise relative al giorno dei funerali di quelli che proprio non si adattavano e concludevano la loro esistenza con suicidi più o meno spettacolari.
-Lucia...Marino... forza, è ora di pranzo. Venite in casa!- . La voce acuta di Tilde, la vicina, che chiama i figli si insinua nei padiglioni auricolari del monello. Significa che sono passate da poco le dodici; i ragazzi, alla ricerca di una occupazione che non arriva mai, come al solito hanno esaurito la carica della batteria dei cellulari da polso spremendola per dedicarsi a chat e giochi e in rete risultano scollegati.
Tilde ha fretta; servito il pranzo ai rampolli deve recarsi alle serre idroponiche, dove lavora, e iniziare il turno di lavoro del pomeriggio. Alberico dopo la sveglia apre il frigorifero e scarica nell'esofago il contenuto di alcune scatole anonime contenenti cibo raggiunte per prime dalle mani; indossa indumenti colorati, esce di casa con passo veloce.
Deve vedere una persona, ha recuperato degli articoli molto redditizi, e la conclusione di un affare vantaggioso è vicina, prima ha intenzione di passare i suoi vecchi.
Gli amati genitori, ormai pensionati, sono sempre preoccupati per lui e quotidianamente appare nella loro dimora per rassicurarli e verificare che il limitato assegno mensile rilasciato dalla previdenza sia in grado di soddisfare le loro esigenze.
In caso contrario, da bravo ragazzo, è sempre pronto a intervenire.
Uscito tranquillizzato dalla casa che lo ha visto nascere e crescere riprende, rilassato, il suo percorso. Il vento fresco accarezza dolcemente la pelle e allontana l'afa opprimente; una splendida giornata estiva.
Almeno fino a quando passa accanto alla abitazione della Signora Erminia e la vede, avanti con gli anni e corpulenta, sudata, piangente appoggiata alla porta.
-La contravvenzione...il verbale. Devo pagarlo e mi hanno sigillato il dispositivo- mormora con il volto sbiancato.- questo mese della pensione non rimarrà nulla- conclude. Stringe tra le mani tremanti la copia di una comunicazione con evidenti timbrature rosse e blu. Il monello la raggiunge di corsa e la abbraccia forte.
Erminia è vedova e sola. Il suo uomo era dipendente della fonderia di cadmioceramica; il reparto raffreddamento, completamente automatizzato, prevedeva la presenza di un solo operatore. Un robot industriale, progettato in Zaire e costruito in Somalia, programmato con superficialità lo ha stritolato. Ha continuato a comprimerlo nella struttura antropomorfa fino all'arrivo del personale del turno successivo.
Le era rimasta una figlia radiosa, Linda. Una creatura dolce, prima amica e poi fidanzata del monello.
Volonterosa e efficiente, con una specializzazione in nano chimica, trova impiego in un vicino stabilimento dove si producono nano macchine. La direzione, per contenere i costi e tenere il passo della concorrenza Colombiana, decreta la riduzione delle misure di sicurezza.
Alla fine di quell'anno i manager si dividono un extra bonus. Intanto Linda è ricoverata in ospedale. Nano molecole residuali sono penetrate nel suo sistema respiratorio ancorandosi all'interno dei polmoni infettandoli.
Micosi sistemica, così recita la diagnosi. L'infezione si diffonde inarrestabile e Linda non vede la fine dell'inverno.
Da quel momento monello veglia sull'esistenza di Erminia aiutandola con discrezione.
Deve allontanarsi dal mondo nebbioso dei ricordi dove è facile perdersi e concentrarsi sul presente.
Interrompe l'abbraccio, respira a fondo. Erminia sembra meno agitata.-Cosa è successo? Con calma, spiegami- chiede monello.
-Hai presente la cella a combustibile che avevi installato?-risponde la donna e continua-sono passate le guardie della Agenzia delle Acque e hanno contestato l'impiego di un dispositivo illegale con produzione abusiva di energia e calore. Ora sono obbligata a impiegare l'energia fornita dalla rete della General. Ho l'obbligo di smantellare il dispositivo e devo pagare una contravvenzione. Un disastro, alla mia età.-
Il monello ha un lampo negli occhi e muove le mani alla velocità del fulmine. Sfila dalle dita della donna il verbale e con voce suadente le dice-non preoccuparti. Sistemo tutto. Gli importi di questo fogliaccio e delle prossime fatture della General li saldo io; tra qualche giorno mando un amico, uno specialista, e la cella a combustibile la smonta lui-.
Erminia non riesce a parlare. Lo ringrazia con lo sguardo bagnato dalle lacrime.-vado, ho proprio diverse faccende da sbrigare. Cerca di riposare-. Alberico si allontana.
Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che accade un evento del genere.
Nella miriade di decreti legge dedicati alla “nuova costa” uno in particolare prevede la liberalizzazione della produzione domestica e individuale di energia elettrica; una soluzione che permette agli abitanti validi risparmi economici.
I recuperatori forniscono celle a combustibile e unità di cogenerazione usate e revisionate da tecnici loro amici a prezzi molto bassi ma l'interessamento delle nazioni Unite le ha rese illegali.
Infatti, in considerazione della globalità del fenomeno di innalzamento delle acque, qualsiasi apparecchiatura energetica impiegata nelle aree costiere deve essere omologata dall'Ufficio Tecnico Ambientale della Nazioni Unite e installata e gestita da tecnici autorizzati. Le autorità governative, ossequiose, hanno recepito la direttiva O.N.U..
I pochi dispositivi autorizzati sono costosi e la maggioranza della gente impiega gli articoli in vendita nel mercato parallelo anche se, regolarmente, avvengono multe e sequestri.
Mentre entrava in vigore la odiata normativa tecnica i legislatori, probabilmente intenzionati a ingraziarsi i loro colleghi in ambito mondiale, hanno pensato di istituire la Agenzia delle Acque dedicata alla protezione del nuovo ecosistema.
La doppia A agisce esclusivamente lungo la linea costiera e ha competenze tecniche, ambientali e anche di pubblica sicurezza; queste ultime sono esercitate dalle guardie, soggetti che tutta la popolazione copre sempre di nuovi e fantasiosi insulti.
Un corpo scelto frazionato tra pochi professionisti dirigenti, dipendenti part-time e volontari. Le ultime due categorie di individui chiedono l'ammissione alle “guardie” con la speranza di avvicinarsi al sistema politico e ricavarne prima o poi grandi vantaggi personali.
Pattugliano gli insediamenti avvolti in uniformi verde pisello e ostentano storditori elettrici, arroganza e ottusità. La loro presenza ha reso progressivamente inutile la presenza dei droni di sorveglianza; costano molto meno e hanno capacità intellettive tali che una volta indottrinati diventano più inesorabili di un software rigido per intelligenza artificiale.
Tra un passo e l'altro monello osserva una seconda volta il verbale stropicciato. Porta le firme di Carlo Maria e Dafne; una coppia di prepotenti che lo prende di mira da diverso tempo. Forse aspirano a una accelerazione della carriera e la visita a casa di Erminia è un attacco trasversale nei suoi confronti.
La brezza fresca è svanita; l'afa opprimente si manifesta di nuovo. Metallo, cemento, plastica. Le pietre filosofali dell'architettura che ha ideato i bassi fabbricati costruiti e radicati sulle palafitte e le sezioni di dighe; adesso sono una città che inizia a scottare diffondendo calore.
Con un fazzoletto bianco e lindo il monello asciuga il sudore della fronte. Una voce lo apostrofa-sempre quelli come voi e le vostre azioni scriteriate. Guarda cosa hai combinato alla povera Erminia!-. Alberico si ferma. Non si era accorto di essere di fronte al Centro Civico.
Un uomo è affacciato a una finestra sgangherata. Ha quasi l'aspetto di una persona che tiene un comizio senza pubblico; prosegue inarrestabile con le parole.
-Al posto di unirvi ai Gruppi Sociali e insieme a noi rispettare le istituzioni e mediare impiegando lo strumento del dialogo fate di testa vostra. Diventerete tutti delinquenti incivili, anzi già lo siete. Forse avete ancora la possibilità di ragionare se accettate la nostra esperienza politica-.
Volto tirato, pochi capelli unti e vestito grigio d'ordinanza. Figura esile; Onofrio, segretario della locale sezione dei Gruppi Sociali, non perde occasione per ricordare la sua esistenza al mondo. I Gruppi, legati al sistema politico, non hanno mai reso migliore la vita di nessuno, anche se i loro pochi aderenti si illudono del contrario e pretendono immeritata considerazione.
Il piccolo politicante continua a lanciare parole che la calura scioglie, distorcendole in una filastrocca delirante. Monello non risponde e tira dritto, ormai non ha più tempo da perdere.
Deve passare alla casa laboratorio di Armagnac, il tecnico di fiducia. Una persona interessante; due lauree in ingegneria e una passione sfrenata per i superalcolici e le attività bizzarre. Nessuno lo conosce con il suo vero nome ma tutti stimano la professionalità del grande Armagnac, quando è sobrio.
La porta della sua residenza è regolarmente aperta; monello entra e vede disteso sul pavimento un uomo nudo dalla corporatura robusta, il corpo peloso all'inverosimile e il cranio rasato. Circondato da un lago di sudore russa rumorosamente e la bocca aperta emette un alito pestilenziale che ha invaso la stanza.
Le numerose bottiglie colorate vuote indicano chiaramente che Armagnac è in un altra dimensione; è necessario attendere che riprenda i sensi da solo.
Alberico, frugando nel disordine, trova un pezzo di cartone e con un pennarello scrive un messaggio. Comunica al tecnico di recarsi a casa di Erminia per provvedere allo smontaggio della cella a combustibile. Con uno spezzone di filo elettrico lega l'improvvisato biglietto a un polso del pluringegnere; un sistema che garantisce la lettura da parte del destinatario.
Riprende la sua strada. Tra poco monello è atteso per definire i particolari di un affare renumerativo grazie a una risorsa che il caso gli ha messo tra le mani.
Durante le lunghe navigazioni notturne ha individuato un relitto spinto dalle correnti a incastrarsi nelle intricate strutture ossidate di una piattaforma di pompaggio posizionata quasi in mare aperto e mai ultimata.
Grazie alle ricerche in rete lo ha identificato come un sommergibile “tascabile” di ridotte dimensioni impiegato dalla marina degli Stati Uniti per missioni di infiltrazione e guerra clandestina.
Corroso, ammaccato, privo di carburante ma sostanzialmente integro. Probabilmente abbandonato dall'equipaggio durante una operazione finita malamente e risalente all'epoca che vedeva gli U.S.A . molto attivi in Europa.
Gli Stati Uniti non esistono più. Fusi in unica nazione con il Canada, la Unione degli Stati Nord Americani, hanno abbandonato da decenni il vecchio continente e rivolto i loro interessi all'Asia e all'Australia. Monello si è reso conto di avere trovato un vascello fantasma dimenticato per sempre.
Nessuno ormai è disposto a rivendicare diritti e proprietà.
Una notte lo ha avvicinato e abbordato; all'interno la lampada portatile dalla luce azzurrognola ha illuminato un tesoro. Casse metalliche anticorrosione e ermetiche riempite con munizioni e fucili mitragliatori M 16 rimasti in perfetta efficienza.
Armi datate che in certe situazioni trovano ancora un impiego utile e gradito con un valore economico, al mercato parallelo, interessante.
Finalmente monello ha raggiunto il bar Acquarius. All'esterno, accanto a un tavolino in finto legno scheggiato, è seduta una signora che sorseggia un thè miscelato a estratto di cocomero.
Indossa un completo in lino bianco e anche gli accessori sono rigorosamente dello stesso colore; i capelli lunghi e argentati sono in parte ricoperti con un largo cappello di paglia.
Alza una mano in aria, verso il monello e lo chiama-vieni, prendi posto-.
Alberico la raggiunge, si accoccola sopra uno sgabello. Ha di fronte Doroitje Visser mercante d'armi o come annuncia il suo biglietto da visita luccicante “esperta commerciale settore difesa e protezione”.
Origine olandese, attuale nazionalità sconosciuta. Discendente da una famiglia di commercianti di formaggi; questo prima delle inondazioni perenni. L'acqua ha sommerso interamente i Paesi Bassi e una nazione è diventata un ricordo.
La popolazione, dispersa in tutto il pianeta, ha intrapreso svariate attività.
Lady Visser conta numerosi clienti in Europa del nord. Gli stati dell' area della scandinavia hanno pagato, come tutti, il tributo di territorio preteso dai cambiamenti climatici. Le penisole sono diventate isole e l'economia vive una stagione invernale senza fine.
Prima le proteste violente e poi la ribellione armata. Le amministrazioni statali dissolte hanno lasciato il posto a gruppi che si contendono il controllo del territorio e attaccano, depredandole, le imbarcazioni di passaggio e le piattaforme di perforazione che nel mare del nord estraggono metano.
In mancanza di meglio molti assalti sono stati portati a termine con grossi coltelli da cucina e attrezzature da macellaio; da quelle parti gli M 16 ritrovati dal monello valgono parecchio.
I potenziali acquirenti pagano in lingotti d'oro e preziosi provenienti dallo svuotamento dei forzieri delle banche centrali; a sua volta zia Doroitje riempie le tasche di Alberico con rotoli di contanti.
-Ordina qualche cosa, rilassati e poi organizziamo i nostri affari- gli dice, con voce suadente la donna.
Monello prende il sottile foglio di metaplastica che riporta le specialità servite all' Acquarius; con l'indice sfiora l'immagine del cocktail alle verdure.
Dopo qualche minuto un basso carrello cromato si avvicina sibilando. Mosso da tre ruote, una è leggermente piegata, si ferma tremolante accanto al monello che estrae la carta di credito per inserirla nella fessura luminosa incorporata nel cameriere meccanico.
-No, offro io- lo precede Doroitje-sei un mio ospite- conclude e rapidamente inserisce la sua carta. Uno sportello cigolante si apre e un braccio pneumatico con pinza depone un grosso bicchiere sul tavolino.
Il carrello ritrae l'arto meccanico unto dal grasso e si richiude. Allontanandosi verso il bancone lascia una scia maleodorante originata da qualche parte elettronica surriscaldata.
Sorseggiando le rispettive bevande, tra i fiori finti di carta cerata, Alberico e la esperta commerciale definiscono i dettagli delle loro prossime operazioni.
Ancora luce. La giornata estiva è lunga e il sole ritarda il tramonto. Dopo l'incontro al bar Acquarius monello è rientrato a casa; è sulla sua imbarcazione dove prepara le attrezzature per l'operazione che dovrà compiere appena il buio della notte sarà completo.
-Scenda immediatamente dall'imbarcazione!- intima la voce baritonale di Carlo Maria-dobbiamo ispezionare il natante; e per quello che posso già vedere lo sequestreremo. Finalmente-.
Dafne e Carlo Maria lo osservano dall'attracco. Portano entrambi occhiali da sole cambogiani che rendono i loro volti inespressivi.
-Veda di scendere o usiamo la forza!- urla Dafne con voce stridula.-Dai, finitela. Devo lavorare, non ho tempo da perdere- replica monello con calma e aggiunge-avete già spaventato la povera Erminia, penso che per oggi abbiate fatto abbastanza-conclude.
L'uniforme di Dafne è attraversata da un grosso cordone rosso brillante. Significa che è la capo pattuglia. Muove la bocca e quasi sibilando avverte-o scendi o mando Carlo Maria a trascinarti-; intanto le due guardie sfilano dai cinturoni, con gesti lenti e minacciosi, gli storditori elettrici grigi e gialli.
L'anima delle persone cambia. A volte in pochi istanti diventano per sempre irriconoscibili; semplicemente l'esistenza precedente scompare ingoiata dall'evoluzione.
Lo spirito di un uomo arrabbiato allontana bruscamente l'alone del bravo ragazzo irradiato dal monello.
Appoggiati al fondo della barca poltriscono stropicciati dei teli cerati verdi. Alberico li solleva e scopre un M 16; il primo recuperato. Istintivamente tenuto da parte per ogni possibile eventualità. On line ha appreso la teoria dell'impiego; in acqua nelle notti senza luna, al riparo da sguardi indiscreti, esercitazioni pratiche.
Monello imbraccia rapidamente l'arma e esplode un colpo. Il rumore della detonazione è seguito a brevissima distanza dall'apparizione di una nuvoletta di polvere fine e grigia; si tratta del nuovo stato di una lampada led di segnalazione disintegrata dal proiettile.
Prive di parole e respiro, sorprese, le guardie sembrano immobili statue di cera. Un balzo e qualche passo; monello salta sul piano della palafitta e raggiunge Carlo Maria che vive una nuova sensazione. La pressione della parte terminale della canna di un fucile infilata in una narice.
-No... pensa a... no... calmo...- balbetta la guardia; intanto lo storditore scivola da una mano e cade al suolo.
L'eco del rumore dello sparo ha attirato diverse persone; il gruppo continua a ingrossarsi, ormai è una folla.
Bianca in volto Dafne, stridula, inizia a urlare-dovete rispettarci, maledizione... fate qualche cosa-. La capo pattuglia vede una figura conosciuta, sempre più isterica chiama-Mario, muoviti! Vedi di dare una mano!-
Avvolto in un giubbetto smanicato in tela gialla Mario lentamente si avvicina. Alto, robusto e buono la sua mente soffre di parziali disabilità; l'amministrazione comunale lo impiega in attività socialmente utili e mentre svolge i suoi compiti abitualmente le guardie lo deridono.
Fissa Dafne. Il ragazzone ha lo sguardo interrogativo. Poi, con voce profonda, parla-tu maltratti Mario. Offendi la gente; sei cattiva. Lasciami in pace-.
Alla fine della frase più lunga pronunciata in tutta la sua esistenza Mario sferra un violento calcio alle parti intime della donna.
Dolore. La guardia crolla; ripiegata su sé stessa è accolta dalla patina di sudiciume che ricopre la piattaforma. Non riesce neanche a lamentarsi, gorgoglia e sbava.
Il disabile raccoglie lo storditore caduto a Carlo Maria; lo avvicina al collo di Dafne e lo aziona per un tempo eterno.
Improvvisamente la massa avanza. Monello è travolto, isolato, lasciato indietro.
Un nugolo umano si avventa sulle guardie che perdono i piccoli auricolari grigi per le comunicazioni.
Urla. Insulti. Bestemmie, pugni e calci. I rivoli di sangue provenienti dai corpi dei rappresentanti della Agenzia della Acque disegnano forme astratte sulla pavimentazione della piattaforma.
Sconvolto monello torna alla sua barca; la giornata ha preso una piega imprevista.
Si tiene pronto a prendere il largo e non lascia mai il fucile.
Nel mondo del presente, dopo il solito viaggio alcolico quotidiano, è tornato Armagnac. Indossa un completo canottiera pantaloni rosso e lurido accompagnato da mocassini neri lucidati a specchio; nella confusione generale è diventato il capo di una banda di ragazzini e anche Mario si è aggregato al gruppo vociante.
Assaltano l'hovercraft del servizio di trasporto pubblico minacciando e cacciando i passeggeri. Una volta a bordo Armagnac inibisce i controlli automatici remoti e inizia a pilotarlo personalmente compiendo manovre spericolate.
Il giubbetto giallo di Mario, legato a un manico di scopa, è issato sul punto più alto del veicolo a cuscino d'aria; è la bandiera di una nazione sconosciuta che scatena le sue forze verso la terraferma.
I mari, nella loro inesorabile risalita, hanno annientato le spiagge balneabili; l'industria turistica, per non collassare, ha chiesto e finanziato l'aiuto degli ingegneri.
In tempi brevi è stata elaborata una soluzione.
Distese di sabbia sintetica circondano enormi piscine multiple climatizzate. Proiettori e ripetitori olografici creano uno splendido cielo azzurro; un utile sfondo che occulta alla vista dei presenti la galassia di dighe, piattaforme e palafitte.
Droni sempre in volo rilasciano essenze profumate e piogge casuali di petali.
Corpo atletico e abbronzato marchiato da barba e capelli curatissimi; questa è l'immagine di Clelio, animatore professionista, mentre intrattiene i frequentatori dell'esclusivo “Dolce lido”.
Non crede ai suoi occhi quando vede un hovercraft battente bandiera gialla perforare il cielo artificiale. Un ripetitore è investito; la visione celeste scompare e l'orizzonte svela le strutture della nuova costa tra i mormorii scandalizzati dei presenti.
Il veicolo a cuscino d'aria procede inarrestabile e punta decisamente il bungalow dove si trova il bar; lungo la perfetta linea retta della sua traiettoria travolge inesorabile persone e oggetti.
Dopo avere abbattuto una parete del bungalow si arresta; gli occupanti sbarcano.
Un uomo in rosso saccheggia le bottiglie di superalcolici; simultaneamente una squadra di ragazzini, aiutata da un forzuto, preleva il frigorifero dei gelati.
-Periferici infami, siete impazziti? Cosa credete di fare?- urlando maledizioni e insulti Clelio corre come un forsennato e raggiunge il gruppo di predoni. Tenta di fermarli.
Spintona, afferra, schiaffeggia. Una ragazzina minuta, guance lentigginose e corti capelli corvini, nota posata sul bancone una lama per rompere il ghiaccio; la afferra, con eleganza si inchina e la conficca nel dorso di un piede dell'animatore.
Sgolandosi per il dolore Clelio si allontana zoppicando. Il sangue cola e impasta la sabbia; il sensore di un quadricottero lo individua e dall'alto o insegue ricoprendolo di petali di rose bianche.
Contemporaneamente lungo la costa una fiumana di rivoltosi scatena incendi, saccheggia, aggredisce e distrugge seguendo ancestrali istinti vandalici. Decenni di repressione e odio; una miscela esplosiva innescata dalle azioni del monello.
Al tramonto le energie degli assalitori sono esaurite e si ritirano negli agglomerati urbani aggrappati alla nuova costa.
Assetati di sangue, affamati di morte. Moltitudine inconsapevole che in una frazione infinitesima di tempo ha compreso il reale stato d'animo e lo ha manifestato cambiando per sempre il corso degli eventi.
Luci fredde bianche e intense illuminano la notte sulle palafitte; monello esce di casa per iniziare le sue consuete attività. Non ha nessuna intenzione di rinunciare a dei buoni affari.
Improvvisamente incrocia Onofrio-giovanotto-inizia il politico-avete combinato un disastro. Fortunatamente i Gruppi Sociali sono pronti a gestire questa fase conflittuale dove deve convergere il vostro consenso...-.
Continua a parlare con insistenza impiegando termini dal significato arcano e comprensibile, forse, solo agli iniziati aderenti ai livelli infimi della politica. Ha fretta Alberico e abbraccia il fucile con passione, come una fidanzata.
Punta l'arma e una delle sue mani sfiora il grilletto accuratamente lubrificato. Dalla piccola bocca da fuoco esce una fila di tre proiettili a frammentazione; distanza ravvicinata.
Il torace di Onofrio zampilla sangue e proietta frammenti di parti anatomiche. L'uomo, con un cratere nel petto, per qualche secondo rimane in piedi; poi cade sulla schiena immobile per sempre.
Assomiglia al frammento di un fumetto; una piccola parte isolata e incomprensibile che solo la morte può comprendere.
La persona che ha aperto il fuoco si allontana con calma.
Prima dell'alba ha parecchie incombenze da sbrigare Alberico, il bandito.


giovedì 28 aprile 2016

MODELLISMO ARTISTICO

Quando il modellismo e le miniature diventano arte. Qualsiasi descrizione è inutile; le immagini parlano da sole.
Potete vederle nel blog THE FACTORY MODELS

mercoledì 27 aprile 2016

PROGETTO MACCHINA ZERO

Una interessante iniziativa lanciata da Acheron Books irrompe nel cielo primaverile!
Progetto Macchina Zero. Un concorso letterario fantascientifico per immaginare una Italia diversa. 
Soddisfate la vostra curiosità al link:
Arriverete a Altri Sogni e... una sola anticipazione:  siamo di fronte alla prima antologia al mondo di fantascienza italiana in lingua inglese.

martedì 29 marzo 2016

LA PARTITA

Il cielo si è trasformato in incessanti piogge acide precipitate al suolo per anni; gli strati più esterni dell'atmosfera terrestre hanno cessato di esistere. Alla fine il mondo ha inaugurato il nuovo ciclo climatico; siccità.
Giorni illuminati dalle radiazioni solari dirette bianche e abbaglianti accompagnate dalla brezza rovente. Un panorama quotidiano e immutabile che visto dall'interno dell'enorme stadio ellittico sembra uno stato irreale dell'esistenza.
Lucio 23 è seduto nel posto assegnato. Rinfrescato dall'aria climatizzata e protetto dalla cupola trasparente polarizzata attende trepidante l'inizio della partita.
Sopra i suoi abiti indossa una tunica verde e nera, i colori della Belinda, la squadra che segue dall'adolescenza.
Guarda rapito la metà delle gradinate occupate da persone che sono vestite con i suoi stessi colori; è la sua prima ammissione allo stadio.
Gli occhi neri sovrastati dal cranio rasato e inseriti nel volto arrossato e privo di sopracciglia scrutano l'altra parte dei posti disponibili.
Sono occupati da una legione di persone avvolte in tuniche come la sua; ma i colori sono diversi. Arancione e viola.
I simboli cromatici della Orlalia, la squadra avversaria.
Lucio 23 trattiene con difficoltà le emozioni; quasi non crede ai suoi occhi. A causa dell'agitazione ha la bocca secca, senza saliva.
Per arrivare dove si trova ora lavora duramente alla fabbrica dei gasogeni e offre umilmente ore lavorative gratuite all'azienda. Rispetta i precetti emessi dalla segreteria del partito unico che saggiamente governa la sconfinata città stato.
Sacrifici e rettitudine. Vive solo da quando la sua compagna, per decreto del Consiglio Legale, è stata esiliata oltre il massiccio perimetro di acciaio opaco che circonda e protegge la megalopoli.
In concorso con altri blasfemi tentava di studiare la climatologia senza le necessarie autorizzazioni e sorveglianze; Lucio 23 ha dolorosamente dovuto denunciarla alle autorità. Un affronto così grave ai Codici del Sapere è intollerabile.
Uno spiacevole episodio che poteva metterlo in cattiva luce; fortunatamente il Direttorato degli Accessi ha dimostrato comprensione.
Gli esiti della pratica sono stati positivi e Lucio 23 finalmente può ammirare l'erba verde e naturale del campo di gioco; risultato miracoloso delle cognizioni agronomiche custodite dai Mistici.
Il rettangolo ricoperto di vegetazione è protetto da un limpido e invisibile campo di forze che impedisce qualsiasi contatto tra il pubblico e i giocatori.
Le squadre di 11 elementi ritualmente entrano in campo; 22 prodigi genetici.
Origini uguali per tutti. Bambini figli della gente che sopravvive nei territori esterni ceduti agli emissari delle Società Sportive in cambio di cibo o oggetti.
Cresciuti, allenati e potenziati con impianti biomeccanici e terapie genetiche esclusivamente in funzione del gioco.
Gli spettatori sono esterefatti. Esemplari come quelli in campo sono la massima evoluzione del giocatore.
Viso, mani, polpacci. Gli indumenti lasciano scoperte queste parti rendendo visibile la pelle che ha gli stessi colori della squadra di appartenenza; un sorprendente prodotto delle tecniche di modificazione genetica che però donano a queste persone una aspettativa di vita molto ridotta.
Tutti i presenti li considerano eroi misteriosi dall'esistenza breve e gloriosa.
I droni equipaggiati per riprendere e diffondere le immagini della partita sono pronti; le Case dell'Azzardo hanno accettato le ultime scommesse.
La sfera antigravità con a bordo gli arbitri fluttua al centro del campo di gioco; il segnale di inizio è seguito da 105 splendidi minuti.
Per questo periodo di tempo all'interno dello stadio la legge non esiste; è la condizione che ha attratto Lucio 23 e tutti gli altri ammessi. 105 minuti senza limiti una volta alla settimana concessi esclusivamente ai cittadini meritevoli.
Sotto le tuniche le armi di qualsiasi genere sono pronte; un sibilo, il pallone rotola, e sulle gradinate due masse colorate ondeggiano una verso l'altra mischiandosi rapidamente.
Urla condite con scie di sangue dalle traiettorie astratte e sudore che cola lungo i corpi tesi; nell'aria volano come coriandoli i denti che lasciano le bocche di coloro che sono colpiti al volto.
Spari sempre più frequenti. Mani nude stringono colli in morse spietate, strumenti taglienti agiscono indisturbati; la fine della partita è anche quella dello scontro.
Poi i Mistici raccoglieranno i corpi dei caduti e conforteranno i feriti; i superstiti torneranno agli incarichi a loro assegnati dal Ministero della Stabilità Sociale, in attesa della prossima partita.
Impugnando una roncola Lucio 23 corre verso gli avversari; sorride felice.
Finalmente ha raggiunto lo scopo della sua vita.

domenica 14 febbraio 2016

CONCORRENZA SLEALE

-Bene, vedo che ha seguito i miei consigli; l'uniforme aumenta la discrezione della sua presenza. Ora è più difficile individuarla; la lascio proseguire con le sue attività. Buon pomeriggio- . Il gigante dai lineamenti squadrati e il cranio sempre perfettamente rasato ha parlato.
Un discorso lungo per il suo carattere. Darejan Tibilov ex colonnello dei servizi segreti Georgiani è un uomo d'azione e apre la bocca solo quando indispensabile; silenzioso come un felino lascia l'ufficio avvolto nella penombra e con delicatezza richiude alle spalle la spessa porta corazzata rivestita con legno pregiato.
Insaccata in una delle tante mimetiche dagli improbabili colori prodotte a basso costo a Myanmar e rivendute da commercianti Thailandesi una giovane donna è seduta dietro una scrivania trasparente e leggera. Pelle ambrata e lunghi capelli neri fluidi; abituata all'abbigliamento elegante delle persone d'affari non riesce a immaginarsi vestita con gli abiti che indossa in questo momento.
Anche di fronte allo specchio l'inconscio percepisce un sogno; invece è l'evoluzione della realtà.
Clarinda Serrano figlia di Gualterio, un uomo che ha creato da solo l'impero finanziario ereditato dalla adorata Clarindita. Un percorso iniziato da un adolescente piccolo spacciatore nei vicoli di Malambo e concluso da un adulto alla guida di una della maggiori organizzazioni dedicate alla produzione e al commercio di cocaina dell'America del sud.
La giovane ereditiera, educata in referenziati collegi europei e laureata alla prestigiosa università dei gringos a Harvard, non ha avuto scelta; per volontà testamentaria del padre e degli affiliati all'organizzazione è diventata il capo.
Grazie al suo stile manageriale la struttura è cresciuta. Redditizi investimenti in fondi bancari globali hanno portato a utili reinvestiti nell'ampliamento delle attività espanse nella distribuzione al dettaglio del prodotto in quasi tutto il pianeta.
Sul fronte diplomatico altre organizzazioni simili sono state inglobate, a volte con le buone elargendo denaro e favori mentre in altri casi i modi energici si sono rivelati indispensabili.
Senza gli eccessi plateali del defunto capostipite; lui non esitava a fare a pezzi nemici e antipatici con la motosega durante le feste di famiglia, generalmente prima del dolce.
La figlia è ricorsa a specialisti, tecnologie precise, intelligence e parecchie rimozioni asettiche e terminali. Nessuna traccia dei cadaveri, prove assenti; ma i rimasti in vita capiscono e accettano le condizioni della Signorina Serrano.
Anni di incessante lavoro sono alla base del cartello di Santa Firmina, l'organizzazione del narcotraffico più potente del pianeta. L'equivalente di una multinazionale nelle mani di Clarinda, l'imperatrice della polvere bianca, protetta da un esercito privato composto da esperti mercenari comandati dal granitico Tibilov.
Nell'ufficio dalle pareti color pesca le mani della donna spostano un mouse; sullo schermo scorrono immagini che mostrano scene di panico. Persone impazzite, confusione. Interi agglomerati urbani fuori controllo, incidenti e azioni inspiegabili.
In un angolo un pregiato e laccato mobiletto orientale supporta le proiezioni olografiche della Beata Vergine e del volto del padre sorridente; un cero votivo acceso si consuma lentamente esalando un sottile filo di fumo grigio.
Gli eventi attuali derivano dalle scelte delle nazioni europee. Mentre il vecchio continente è percorso dalla periodica ondata salutista che quasi scatena persecuzioni contro i fumatori al parlamento di Bruxelles decidono di liberalizzare l'impiego degli stupefacenti, almeno per uso personale.
I politici hanno fiutato guadagni e vantaggi. Il numero dei fumatori diminuisce, le entrate generate dalle imposte applicate ai prodotti originati dal tabacco subiscono una flessione direttamente proporzionale.
Nascono i Monopoli Europei, specializzati nella produzione di cocaina sintetica. Gestione statale targata Unione Europea e concessione a rivenditori autorizzati dalle singole nazioni.
La neve artificiale arriva nelle narici di milioni di consumatori a prezzi convenienti. Il testo della Commissione Europea richiede solo il compimento del sedicesimo anno di età e vieta la diffusione dei risultati di ogni forma di indagine medica relativa ai soggetti che la assumono.
Oltre agli introiti fiscali elevati i clienti sono cittadini dinamici e felici; non aderiscono a movimenti di protesta e evitano di occuparsi della realtà che li circonda.
Per l'azienda della manager Serrano un brutto colpo. Ma reagisce; ingaggia avvocati esperti in diritto commerciale e riempie di banconote le grosse tasche dei parlamentari.
In pochi mesi la legalizzazione è estesa anche alla polvere naturale e di importazione; il braccio di ferro è incessante. I Monopoli tendono a ribassare i prezzi e lei deve seguirli per mantenere le quote di mercato limitando così i guadagni.
Poi gli europei, grazie a alcune famiglie, iniziano a penetrare il mercato illegale degli Stati Uniti. Clarinda risponde con metodi che avrebbero fatto la gioia del padre. Automobili esplodono, depositi clandestini bruciano e un buon numero di esponenti dell' onorata società sono corpi putrefatti e cibo per topi lungo i condotti fognari.
La situazione in America settentrionale è di nuovo sotto controllo ma è una vittoria seguita dall'orrore; intere piantagioni deperiscono, marciscono e muoiono.
I botanici e gli agronomi individuano la causa; un organismo geneticamente modificato.
Parassita spietato attacca esclusivamente le piante di coca e è innocuo per le persone, animali e altre colture. Con rapida efficienza, grazie a contatti oscuri e sotterranei, il colonnello georgiano porta alla luce l'origine del problema.
Delhi Airship. Società Indiana specializzata in operazioni contractor con droni per qualsiasi applicazione civile e militare richiesta. Pagata dai Monopoli Europei, con l'aiuto di una società di copertura legata alla triade, per rilasciare da alta quota i microscopici organismi assassini programmati per fare del male alle tenere pianticelle di cocaina assestando così un colpo mortale, o quasi, alla concorrenza.
Per ingraziarsi il cartello di Santa Firmina esponenti della mafia Cecena fanno sapere che lo spietato OGM è stato sviluppato da una società temporanea di imprese chimiche Tedesche completamente finanziata con i fondi europei per la ricerca scientifica.
La struttura guidata da Clarinda corre ai ripari. Coltivazioni idroponiche in ambienti chiusi; vecchi stabilimenti dismessi sono completamente sigillati e ventilati solo con aria accuratamente filtrata e analizzata. In una foresta di luci artificiali e irrorata con acqua purificata cresce la cocaina naturale 2.0.
L'affronto è pesante e il clan Serrano, per non perdere la credibilità globale, deve vendicarsi. Clarindita riflette a lungo. Poi incarica gli esponenti del cartello di occuparsi del reclutamento di hacker, specialisti in automazione e produzione chimica.
Compensi elevati, alloggi lussuosi gratuiti in sud America, assistenza di ogni genere e scuole private per i figli. Una offerta allettante per molti tecnici europei desiderosi di allontanarsi da impieghi precari, crisi aziendali ricorrenti e salari miseri.
Incorniciate nel monitor la donna in mimetica continua a osservare scene di devastazione. Il pensiero corre al quartiere chiamato “distrito de cerebros” dove ha riunito i tecnici europei. Una risorsa preziosa amorevolmente difesa da gente attrezzata con armi da fuoco e fede assoluta in santa Firmina.
Abbandona il mouse. La mano curata alza la cornetta attaccata a un telefono dal design minimalista svedese e preme un tasto. Sequenza di toni; il numero corrisponde al cellulare del vecchio zio Pepito incaricato di tenere sotto stretta sorveglianza il “distrito de cerebros”.
-Mia adorata nipote...- risponde una voce generata da corde vocali corrose dai vapori lasciati da infinite bevute di tequila.
-Pepito, adorato zietto. Tutto a posto, nulla di strano?-chiede con dolcezza Clarindita.
-Tranquilla. Pace e serenità come sempre. Garantito da Pepito Serrano. Non preoccuparti...è che tu sei troppo buona. Uccidi i nostri nemici e poi fumati un sigaro-
-In questo momento pagano cara la loro vigliaccheria. Caro Pepito continua a essere i miei occhi e le mie orecchie. La vendetta prosegue. Ciao zio.-
-Sempre a disposizione piccola mia-.
Tutto come previsto. Nelle unità produttive dei Monopoli Europei gli esseri umani non esistono. I processi di sintesi sono affidati a robot gestiti da sistemi di intelligenza artificiale multi livello. Attraverso la rete comunicano con i centri elaborazione dati delle sezioni amministrative e commerciali.
I “cerebros” hanno seguito le correnti di dati, violato protocolli, scardinato algoritmi di sicurezza e deviato le intelligenze artificiali. Un attacco elettronico definitivo.
Per quarantotto ore i magazzini accumulano dosi alterate, in grado di produrre allucinazioni e deliri. Successivamente una serie di guasti apparentemente inspiegabili e non rilevati dai dispositivi di sicurezza provoca incendi e distruzioni in tutte le installazioni industriali.
I tempi stimati per ripristinare la produzione sono dell'ordine di diversi mesi. I Monopoli prevedono uno spaventoso accumulo di perdite e le loro quotazioni in borsa rotolano impietosamente verso il basso.
Ovunque avidi consumatori inalano polvere bianca difettosa. Posseduti da demoni esistenti solo nelle loro menti compiono azioni insensate e pericolose. Seminano distruzioni e morte.
Lo spettacolo atroce è ripetuto in diretta streaming in rete. Clarinda con gelido distacco vede i risultati della sua azione globale; il cartello di Santa Firmina è destinato a recuperare parecchio spazio nel mercato mondiale degli stupefacenti.
Ai Monopoli la prossima mossa. Clarindita in uniforme è pronta a tutto.
Per difendersi dalla concorrenza sleale ha dovuto iniziare una guerra; ruota sulla sedia girevole e guarda il verso il mobiletto.
Il cero è esaurito, spento. I suoi occhi incrociano le immagini tremolanti della Vergine e del padre; silenziosamente inizia a pregare.