Anche
per questa volta aveva finito il lavoro. Intorno a lui la confusione
era ancora enorme, ma la disinfestazione ultimata; tutto sarebbe
tornato alla normalità abbastanza rapidamente.
Argon
posizionò una esile sedia in lega leggera vicino ad un tavolo in
vetro sintetico parzialmente occupato da piatti e posate in
disordine. Si accomodò, estrasse il terminale portatile per
preparare il conto del proprio servizio. Prima di procedere decise di
concedersi qualche minuto di rilassamento; la calma dopo un
intervento urgente.
Osservò
la sala principale del ristorante “AstroGastro” incorporata in
posizione panoramica nella stazione autorbitante di transito Teta
51B.
Quando
aveva iniziato al sua attività indipendente Teta 51B non era
riportata da alcune carte astrali. Era piccola, minima. Ora le
strutture multiple artificiali collegate tra loro avevano creato un
corpo cosmico di grandi dimensioni che contava 758.000 abitanti
permanenti oltre alle persone in transito. Ed era in continua
espansione.
All’interno
si trovavano diversi ristoranti ma “AstroGastro”, con 2.330
tavoli disponibili in svariate sale, era il più celebre
dell’universo conosciuto. Diretto dalla famosa chef Verona Lin Mi,
unica proprietaria, seguita da uno stuolo di assistenti, droidi e
cucine robotizzate proponeva piatti superfusion tra antiche
tradizioni gastronomiche e gustosi vegetali provenienti dai mondi più
selvaggi delle cento galassie.
Ora
sedeva sopra ad un divanetto calpestato e senza cuscini; l’abito
bianco macchiato e stropicciato era lo sfondo sul quale risaltavano i
lunghi capelli rossi in disordine non più trattenuti dal cappello da
cuoco ormai perso. Argon osservò che la capigliatura di Verona era
simile ai 105 tentacoli di una piovra fosforescente che viveva nei
laghi del planetoide Blacido.
Nelle
vicinanze, seduto sconsolato sopra un grosso vaso lucido capovolto,
si intravedeva la lunga e magra figura dell’architetto Roger
Vanwhite, lo specialista che aveva curato la recente ristrutturazione
della sala principale. Con il volto inespressivo e lo sguardo perso
nel vuoto, oltre al completo rosso bagnato e strappato, assomigliava
ad uno dei tanti inciampati e caduti nelle viscide meduse striscianti
e calde che popolano gli asteroidi vulcanici dell’ ellisse Epsilon.
Quando
Argon aveva iniziato a lavorare, al termine della scuola di
specializzazione in ingegneria strutturale cosmica, non immaginava di
assistere a scene del genere. Anzi non pensava neanche lontanamente
che sarebbe diventato un disinfestatore.
Dopo
un certo numero di anni alle dipendenze della Compagnia Costruzioni
Andromeda trascorso a correre tra ufficio progetti e cantieri persi
nel vuoto spaziale decise che non voleva più farsi rovinare gli
occhi dal lettore retinico del segnatempo lavorativo.
Cultore
di botanica diventò indipendente ed acquistò una navetta
appartenuta alla Flotta Difensiva Intergalattica. Un colpo di
fortuna. Dopo alcuni secoli di esplorazioni che avevano portato alla
individuazione di 2.352 pianeti con atmosfera adatta alla specie
umana e popolati da flora e fauna i membri del Consiglio
Transmondiale, assisti dagli anziani dell’ Accademia Panscientifica
si erano resi conto che nell’universo gli umani erano soli. Altre
forme di vita evoluta, e potenziali minacce, non esistevano. Inoltre
la Flotta Difensiva nelle missioni esploranti era surclassata in
rapidità di gruppi di privati che attratti da potenziali guadagni e
con spirito di iniziativa raggiungevano innumerevoli corpi celesti.
Dismisero
l’intera flotta e le navette attrezzate per il volo in atmosfera,
sub spaziale ed ipercosmico vendute quasi al prezzo di rottami.
Argon
ribattezzò il suo piccolo vascello “Rivero” e si dedicò alla
ricerca di erbe dalle quali sintetizzare principi attivi per la
produzione di farmaci a base naturale. Visitò decine di mondi, a
volte inesplorati, familiarizzando con la fauna che li popolava.
La
necessità di medicine naturali era urgente. Quelle sintetiche
curavano con efficacia i disturbi ma inducevano mutazioni e
degenerazioni cellulari.
Il
periodo pionieristico terminò anche in quel settore e le
Conglomerate organizzarono la coltivazione estensiva ed industriale
di piante medicinali occupando la superficie di interi pianeti avuti
in concessione.
Si
impegnò così in un'altra attività: la protezione di strutture ed
installazioni dalla presenza della fauna. Con la “Rivero”
emettendo luci, suoni e spargendo polveri allontanava in modo
innocuo gli animali quando creavano situazioni di pericolo.
L’umanità,
agli albori dell’esplorazione galattica, aveva creato una
moltitudine di sensori per rilevare la presenza degli animali. Argon
si era reso conto che non servivano a molto.
Le
varie specie si manifestavano in modo evidente. Mentre solcava a
bassa quota i cieli verdi di Polario, un pianeta ricoperto di
foreste, avvistò le figure alte almeno 3 metri dei Klank che
saltavano in posizione semieretta. Coperti si pelo nero e distinti da
una piccola testa dotata di proboscide hanno arti che terminano con
sette dita.
Sempre
molto nervosi ed ipersensibili, disturbati dalla presenza della
“Rivero”, sradicarono gli alberi azzurri e li scagliarono in alto
con discreta mira costringendo Argon ad imparare all’istante le
manovre evasive per non essere abbattuto.
Nelle
paludi metanifere che ricoprono la superficie di Minus vivono degli
eptodonti. Le sette zampe pinnate asimmetriche fanno parte di un
corpo lungo di pelle liscia giallognola che filtra dal fango i
microrganismi dei quali si nutrono. Non hanno occhi ed orecchie,
mancano naso e bocca e si muovono guidati dalla sensibilità
cellulare agli impulsi elettromagnetici.
Frequentemente
scambiano le sonde geologiche a trascinamento per loro simili e
giocano, pesantemente, con loro portandole sul fondo insieme al drone
volante al quale sono vincolate tramite un cavo guida.
La
mancanza di adeguate misure per la protezione dagli animali provocò
non solo la distruzione di una grande raffineria di idrogeno ma uno
spaventoso incendio che devastò il pianeta Karborundis. I grandi
volatili dotati di 4 ali che lo popolano si nutrono mangiando rami di
alberi pietrificati. Il becco corto è corredato di una doppia fila
di denti aguzzi dai quali cola in continuazione una secrezione acida
che intacca i duri rami rammollendoli e che corrose anche tubi e
serbatoi di idrogeno grezzo provocando una spaventosa e rovente
esplosione.
Argon
sospirò. Solo un disinfestatore della sua classe è in grado di
comprendere il pericolo che proviene anche dal non rilevabile
strumentalmente, dalle piccole creature. La sua prima indimenticabile
esperienza avvenne nelle praterie del planetoide Ulys.
I
nugoli composti dai milioni dei microscopici ma incredibilmente
robusti insetti che vivono tra foglie e piante impattavano in
continuazione con la “Rivero”. Produssero delle nanoincranature
strutturali che già a velocità subspaziale rischiarono di provocare
il cedimento della navetta. Dopo il terrore Argon si rese conto delle
possibilità di fare affari che poteva avere occupandosi di
disinfestazioni.
Al
ristorante “AstroGastro” l’architetto Vanwhite aveva previsto
una magnifica cultura idroponica di piante ornamentali colorate
circondate da centinaia di piccoli sassi irregolari e neri che si
trovano sulla superficie di roccia dura e ghiaccio del vicino pianeta
Chimber. Lui e gli assistenti avrebbero dovuto conoscere meglio le
caratteristiche degli insetti che è possibile incontrare in migliaia
di mondi.
Non
erano pietre ma bozzoli di Grib; un piccolo essere lungo poche decine
di millimetri dotato di 6 zampe che sporgono da un corpo quasi
trasparente. Una forma di vita perfettamente adattata al proprio
mondo che si nutre rosicchiando le rocce inorganiche e dalla
digestione delle polveri sintetizza l’occorrente alla sopravvivenza
alimentare.
Arrivata
l’ora della metamorfosi i nuovi Grib rompendo dall’interno i
bozzoli erano venuti alla luce. Affamatissimi e senza il loro cibo
abituale avevano iniziato a mangiare frammenti di oggetti che,
secondo il loro codice genetico, contenevano sostanze che gli
avrebbero permesso di placare il proprio appetito.
In
poche decine di minuti intaccarono tutti i dispositivi elettronici,
fibre ottiche, cavi e tubi. Si erano manifestate anomalie simultanee
di ogni genere innescando il panico. I Grib sono anche attirati dal
materiale della ormai diffuse protesi biomeccaniche in grado di
potenziare ed esaltare caratteristiche del corpo umano.
Un
buon numero di clienti era stato dolorosamente pizzicato, ferito e
vagava con arti penzolanti, trascinava gambe fuori uso e mostrava
prese dati craniali frammentate.
Argon
osservò i Grib. Li aveva delicatamente aspirati tutti in contenitori
trasparenti ad atmosfera controllata. Come previsto dai protocolli
zoogalattici non aveva arrecato loro danno o disturbo e li avrebbe
trasportati e liberati nel loro mondo originario.
Era
bastato attrarli lasciando sul pavimento qualche mucchietto di
polvere di pirite miscelato con granelli di carbonato di calcio.
I
soccorsi si erano ormai organizzati. Prima i presenti, in paziente
fila, erano medicati dal personale sanitario e poi visti dagli
specialisti biomeccanici.
Verona
contemplava depressa i Grib e non aveva ancora percepito l’indice
della mano sinistra che sventolava senza controllo. Il termometro
installato nel dito, per misurare all’istante la temperatura dei
cibi, era spento probabilmente per sempre.
Argon
comprese che la pausa era terminata e si affrettò a preparare la
fattura.
Era
meglio presentare il conto prima che i biomeccanici avvertissero
Verona del termometro.
Una
chef in crisi neuroisterica non è in grado di trovare la carta di
credito.
Ed
Argon è molto sensibile al buon funzionamento dei sistemi di
transazione monetaria.
Nessun commento:
Posta un commento